Nella terra Teranga
La teranga è considerata una forma di ospitalità ma in realtà è molto di più: è il vero spirito del Senegal. Con questa parola si definisce un’attenzione, oltre che rispetto, cortesia e gioia per il piacere di ricevere un ospite. Quando si dice Teranga nasce spontaneo un sorriso dietro il quale si celano emozioni sincere vissute, in questo caso, attraverso un viaggio Off-road
Tutto inizia con un trasferimento in traghetto, dal porto di Genova al porto di Tangeri. Circa 1500 chilometri di mare e una cinquantina di ore di navigazione con un susseguirsi di pensieri eccitanti già rivolti alla destinazione finale: il Senegal.
Dopo lo sbarco migliaia di chilometri su strade asfaltate e sterrate, disseminate di non pochi imprevisti e difficoltà, ci hanno condotto a Dakar, la capitale. Caotica, disordinata, rumorosa, imprevedibile e sbalorditiva, che da sempre evoca, in tutti noi appassionati di motori, il sogno del traguardo, storica meta della leggendaria Parigi-Dakar.
Lasciate alle spalle le lunghe attese in dogana, le piste sabbiose dense di inconvenienti, in cui ci siamo piantati con la bisarca carica dei nostri mezzi e da cui siamo faticosamente usciti, non senza una buona dose di coraggio dovendo allontanare alcuni tutt’altro che pacifici coccodrilli, abbiamo ufficialmente dato il via al nostro indimenticabile viaggio nella terra della Teranga: cioè, nella terra dell’ospitalità e della gioia.
Con un volo di linea da Milano, il giorno seguente siamo stati raggiunti dal gruppo di clienti, a cui abbiamo assegnato i mezzi, impartito indicazioni e raccomandazioni. Al termine del briefing, abbiamo lasciato Dakar e il suo traffico per dirigerci nella regione di Sine Saloum, caratterizzata da distese di sabbia e sale innervate dai famosi bolong, gli estuari salati tipici della zona. Tra immensi baobab…
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