Transanatolia 2013: 2.200 km di Turchia
Un rally non è solo una gara ma soprattutto un modo per esplorare territori nuovi. il Transanatolia è la definitiva conferma di questo assunto, casomai qualcuno avesse dubbi
Sette giorni tra Europa e Asia attraverso l’Anatolia e la Cappadocia percorrendo lande disabitate di disarmante bellezza. A fine tappa, nei comodi bivacchi con docce calde, spesso i piloti confessano di essere stati tentati di fermarsi per ammirare gli spazi infiniti che si aprivano al loro sguardo. 2.200 chilometri di piste sterrate in totale, 1.330 chilometri di prove speciali dove spesso è capitato di non incontrare nessuno a parte qualche raro pastore con il suo sterminato gregge diretto verso qualche meta misteriosa.
Questo rally nasce quattro anni fa quando Burak Buyukpinar e Orhan Celen decidono di accettare la scommessa di trasformare in gara le piste percorse in lungo e in largo con i loro fuoristrada. Tra alterne vicende quest’anno è arrivata la conferma che la scommessa è stata vinta. Nessuno dei presenti, piloti, giornalisti e osservatori provenienti da una decina di Paesi, ha dubbi in proposito, quindi tenete d’occhio questo rally perché è sicuramente pronto per fare un grande salto e affermarsi ben oltre i rally amatoriali che punteggiano il nostro calendario.
Qui siamo altrove. Non solo dal punto di vista paesaggistico, si va dal mare azzurro della costa di Antalya allo sconfinato deserto a 3000 metri di quota dell’altopiano di Aladag circondato da cime di 5000 metri di altezza attraverso foreste, laghi salati in secca da percorrere a velocità folle passando per il cratere di un vulcano di sabbia nera, ma anche e soprattutto per la capacità di organizzare e di pensare alla grande di Burak Buyukpinar e Orhan. Difficile trovare una varietà simile di panorami altrove, ma è anche difficile portare in giro questa carovana di più di 200 persone senza far mai mancare nulla a nessuno.
Il resto dell’articolo Transanatolia 2013 lo trovi su Moto4 n°112