A 10 anni dal debutto in Italia il Can-Am Spyder sta vivendo una seconda gioventù, forte dell’arrivo di nuovi modelli e importanti iniezioni di fiducia da parte di concessionari e produttori di accessori. Per questo motivo abbiamo deciso di dedicare al tre ruote canadese questa nuova rubrica
iniziamo con un po’ di storia: il primo Spyder venduto in Italia è stato il modello RS, in commercio fino a circa 2 anni fa. Il debutto non fu facile date le caratteristiche inusuali del veicolo: due ruote davanti, una dietro, un motore potente e un costo elevato non ne fecero un best seller ma con il passare del tempo lo Spyder riuscì a ricavarsi una nicchia di appassionati che videro in esso molte virtù.
Stabile, sicuro, esclusivo e innovativo l’RS superò gli anni evolvendosi anche nella versione ST destinata ai globetrotters: manubrio alto, maggiore protezione e una posizione di guida più confortevole. Invariato il propulsore, rigorosamente Rotax da 990cc. Uno degli errori più comuni nell’immaginario collettivo riguardava proprio il cuore pulsante dello Spyder.
Molti infatti ritenevano fosse troppo stravagante e di chissà quale oscura origine confondendolo spesso con il rotativo… invece si trattava dello stesso ottimo propulsore installato anche sulle italianissime Aprilia degli anni 2000: RSV, Capo Nord, Futura e Falco giusto per nominare le principali.
Il bicilindrico rappresentava un perfetto connubio con la ciclistica e il peso dello Spyder e piuttosto che spingere agli alti si concentrava sulla coppia ai bassi regimi. Un’impostazione molto divertente che permette anche agli smanettoni di togliersi parecchie soddisfazioni ai semafori e nel misto veloce.
Dove infatti lo Spyder si trova meno a suo agio è nel misto stretto quando dimensioni e peso si fanno più sentire. Impressiona invece la tenuta dell’anteriore (gioco facile: due ruote!) a dir poco granitica, stile automobilistico anzichè motociclistico.
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