Spaccando Pietre
Si chiama così il check point più difficile di questa Race to Hell che ha ormai assunto una dimensione internazionale con ben 68 partecipanti tra quad e SSV provenienti da tutta Europa
Race to Hell 2020 – Tre giorni duri, anzi durissimi, sia per i mezzi sia per la maggior parte dei piloti, con percorsi massacranti e grandi distanze percorse giornalmente, su un tracciato pieno di insidie. A confermarlo il nome che gli organizzatori hanno dato a uno dei check point più difficili, appunto “Spaccando Pietre”, un lungo e stretto canalone di rocce caratterizzato da grandi dislivelli.
La formula è la stessa dell’anno scorso: navigazione con GPS su un anello diverso ogni giorno, da percorrere due volte: venerdì 60+60 chilometri, sabato 50+50 e domenica un solo giro ma di 65 chilometri per un totale di 285 chilometri. A spuntarla su tutto il folto gruppo quad è stato il velocissimo francese del team FX, Gaetan Martinez – su Can-Am Renegade – nonostante un problema meccanico al sabato lo abbia costretto a correre senza le quattro ruote motrici.
Gaetan ha vinto anche il primo giorno e ha amministrato il vantaggio nel terzo chiudendo sesto e portandosi a casa una vittoria meritatissima su un parco partenti – solo 41 sono arrivati al traguardo – davvero agguerrito dati i tanti nomi di grande esperienza come lo svizzero Pircher Reto e il tedesco Michael Bauer, entrambi protagonisti della Hunt the Wolf, in Romania.
A completare il podio il tedesco Eric Laudeley, secondo, e il polacco Aleksander Mazurkiewicz, terzo.
Le speranze italiane erano tutte nelle mani di Fabio Sauli, vincitore 2019, e Giuseppe “Pino Codino” De Michele. Sauli nel 2019 aveva sorpreso tutti con il suo Kawasaki Brute Force, lasciandosi dietro i Can-Am Renegade. Quest’anno Fabio ha cambiato veicolo passando anche lui a…
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