Baja Castiadas: Missione compiuta
Il Baja Castiadas nasce con l’intento di rifarsi ai più blasonati baja messicani: velocità, spettacolo e resistenza. Nessun riordino a esclusione dei rifornimenti, km percorsi a manetta dove ogni pilota deve gestire al meglio il complesso fisico e meccanico. Una gara tutta d’un fiato
A causa delle intemperie, il percorso del Baja Castiadas, tenutosi il 14-15 aprile, ha subito alcuni tagli: infatti l’anello dai 75 km programmati è diventato di “solo” 40 non perdendo però le caratteristiche e il fascino iniziale. Il team di Nicola Dutto ha dato una prova organizzativa notevole e le modifiche sono avvenute alla vigilia della gara senza che nessuno se ne sia accorto. L’anello da percorrere ben cinque volte il sabato e quattro volte la domenica ha mantenuto le caratteristiche che contraddistinguono un baja messicano. Il primo tratto di gara (circa 10 km) era molto veloce ed entusiasmante, da percorrere a tutta manetta e qui le doti velocistiche dei mezzi si sono viste. Argnani, prima dell’incidente che lo ha visto sfortunato protagonista, ha superato abbondantemente i 100 km/h. Poi iniziavano le prime mulattiere in salita con curve molto veloci e guidate ma anche rischiose, perché ci si trova in cima alla montagna con tratti che sfiorano il burrone a destra e sinistra. Adrenalina pura. Tre km di tracciato velocissimo hanno portato i piloti nel bosco fitto: il percorso è diventato molto tecnico e la velocità si è ridotta notevolmente. I quad in questo tratto hanno sofferto molto e i piloti sono stati “costretti” ad andare molto piano per evitare spuntoni di roccia e radici affioranti che avrebbero potuto danneggiare il mezzo. Ma a quel punto il percorso è diventato
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